Un caso di balbuzie

Nella primavera del 2005 io e la mia famiglia ci siamo trasferiti dalla casa di campagna dove abitavamo in Veneto a Montevecchia (Brianza), in un appartamento all’interno di un complesso condominiale. All’epoca mio figlio primogenito Bruno, dell’età di due anni e mezzo, parlava già molto bene, articolando correttamente le frasi con una notevole competenza per quell’età. Poco dopo il trasloco Bruno cominciò a balbettare, probabilmente a causa dello stress causato dal cambiamento di casa. Testai le essenze per lui (all’epoca utilizzavo solo i fiori di Bach) e l’esito del test fu: Star of Bethlehem, Walnut e Cherry Plum. Ma sentivo che avrei dovuto aggiungere altro. E dato che nella mia libreria avevo il libro “Essenze floreali australiane” di Ian White (che avevo acquistato tempo prima, ma che non avevo mai letto) testai anche le essenze floreali australiane e l’esito fu quello di aggiungere anche il fiore australiano Waratah. Fu la prima volta che usai un’essenza floreale australiana. Dopo circa 2 settimana di somministrazione Bruno ricominciò a parlare come prima. Da allora cominciai ad utilizzare le essenze per il trattamento di molti problemi sia emotivi che fisici dei bambini, sempre con grande successo!

“La balbuzie non è una malattia, ma un disturbo emotivo-psicologico. I bambini diventano balbuzienti per ragioni diverse: come lo stress, la timidezza o gli eventi traumatici (come nel caso di Bruno). I bambini balbuzienti vivono il rapporto con gli altri come giudizio e non come incontro. Il linguaggio viene così iper-valutato come unico mezzo di espressione e alla sua produzione viene attribuita la definizione di sé. E’ come se il balbuziente da una parte attribuisse alle parole un significato importante e dall’altra vivesse costantemente una sensazione di impotenza, di non riuscire ad esprimere a parole ciò che prova. ….

Bisogna cercare di mettere il bambino a proprio agio per far sì che l’ansia diminuisca. Quando il piccolo si esprime è bene non interromperlo mai, anche se non sempre si riesce a capire tutto ciò che dice. Le correzioni fanno sentire imbarazzato il bambino e ne fanno diminuire l’autostima. Allo stesso modo non bisogna rimproveralo per la balbuzie o per il fatto che non si sforzi di correggerla. Non bisogna mai finire la frase al posto del bambino la frase o la parola che non gli riesce di pronunciare. Significherebbe fargli presente la sua incapacità facendolo sentire sconfitto. E’ necessario ascoltarlo con calma, senza mostrarsi impazienti. La balbuzie scomparirà prima se il bambino verrà trattato come persona normale, senza affettazioni né compassione, ma solo con amore e pazienza.” (Cleopatra D’ambrosio, Capire i disagi dei bambini, edizioni Erickson)

 

Testimonianza scritta da Carla Fiori nel 2005