Malattia e salute secondo il dottor Edward Bach

Per far comprendere il concetto di malattia il dottor Edward Bach, il pioniere della floriterapia, nei suoi libri (“Guarisci te stesso” e “Libera te stesso”) scrive:  “Noi sappiamo che la malattia è, nel corpo, l’estrema conseguenza di un lungo profondo agire di forze misteriose. Il successo della terapia materiale è solo apparente e il sollievo provvisorio, se non è stata rimossa la vera causa…(…)… Ogni sforzo indirizzato al corpo non può fare altro che riparare il danno in maniera superficiale. Perciò non lo cura, per il fatto che la causa è sempre operante e prima o poi rivela la sua presenza sotto altra forma…(…)… La malattia è, nella sua vera essenza, il risultato di un conflitto fra Spirito e Mente, e perciò non può essere sconfitta se non con uno sforzo spirituale e mentale….(…)… La malattia non è un errore né una punizione, ma solamente un correttivo, uno strumento di cui l’Io Superiore si serve per richiamare la nostra attenzione sui nostri errori, per metterci in guardia di fronte a errori maggiori e per riportarci sulla via della verità e della luce, dalla quale non avremmo mai dovuto allontanarci.”

La malattia, dunque, è la disarmonia che si genera tra l’Io Superiore e la personalità. Disarmonia che è ben spiegata nel racconto con cui apre il suo libro “Libera te stesso”:

“Una ragazzina decide di dipingere un quadro con una casa, per il compleanno della madre. Nella sua mente il quadro è già finito, sa come realizzarlo nel più piccolo dettaglio, occorre soltanto riportarlo sulla carta. Prende la scatola con i colori, il pennello e, piena di entusiasmo e felicità, si mette al lavoro.
Tutta la sua attenzione e il suo interesse sono concentrati su ciò che fa, niente può distrarla. Finisce il quadro per tempo…ogni sua pennellata è stata fatta per amore..anche se la casa dipinta dovesse sembrare una baracca, è comunque la casa più perfetta mai realizzata in un quadro. E’ un successo, perché la piccola artista ha messo tutto il suo cuore e la sua anima, tutto il suo essere nel farlo.”

Ha realizzato il quadro in completa libertà, ascoltando semplicemente il suo cuore, ma se “ipotizziamo che, mentre la ragazzina sta dipingendo felicemente, arrivi qualcuno che le dica: “Perché non metti la finestra qui e la porta lì, e poi il sentiero del giardino dovrebbe andare così..”. Il risultato sarà che la bambina perderà ogni interesse rispetto al dipinto; anche se dovesse continuare, non farà altro che riportare sulla carta le idee di un’altra persona. Potrà irritarsi, impaurirsi, sentirsi infelice, rifiutare i suggerimenti, cominciare a odiare il quadro e strapparlo..ma anche se lo terminasse, sarebbe un fallimento”.
Questo quadro non sarebbe più la realizzazione del sentimento d’amore della piccola perché le continue interferenze ne hanno limitato la libertà di espressione. Questa è la malattia, la reazione a qualcosa che ha deviato, ha interferito, ha ostacolato il progetto della nostra esistenza e che inevitabilmente genera stati d’animo come rabbia, paura, instabilità, dubbio, dolore, e che indicano l’infelicità nel vivere e di cui non comprendiamo le cause, anzi le attribuiamo molto spesso a qualcosa che è esterno da noi.

Le intuizioni di Bach sono anche in linea con le più recenti ricerche dell’Università dell’Indiana che ha stabilito che essere sinceri fa bene alla salute. La ricerca, guidata dalla psicologa Anita Kelly, è stata condotta su circa un centinaio di volontari, divisi in due gruppi: a metà di loro è stato detto di evitare di dire bugie nel corso della giornata, mentre al gruppo di controllo non è stato detto nulla di particolare. I partecipanti si presentavano una volta alla settimana ad una visita medica, nella quale venivano rilevate le loro condizioni generali di salute. Nel frattempo venivano anche sottoposti ad un test con la “macchina della verità”, per verificare quante volte avessero mentito, e su che cosa di preciso, nel corso della settimana.
Ciò che è emerso chiaramente è un’associazione inversamente proporzionale fra il numero di bugie e il livello di salute di chi le pronunciava. Quando le bugie aumentavano, diminuiva il benessere complessivo del soggetto. Stando all’analisi presentata nel corso dell’ultima conferenza dell’American Psychological Society, chi si attiene alla verità migliora la propria salute fisica e psicologica. Chi dice bugie impegna il cervello a un lavoro supplementare che si traduce in stress e nell’abbassamento del sistema immunitario. Così si diventa più esposti a piccoli malesseri come mal di testa, raffreddori e mal di gola, ma si corre anche il rischio di cadere in depressione. Meglio dire la verità, dunque, anche quando ci si nasconde dietro alle bugie a fin di bene, contraddizione in termini inventata dai mentitori patologici.
Linda Stroh, professore emerito di comportamento organizzativo alla Loyola University di Chicago, commenta: “sapere di poter dire la verità abbatte i livelli di stress, mentre vivere un conflitto interiore che porta alla menzogna aggiunge un carico pesante di tensione alla vita quotidiana”.