Counselling

Laboratorio di counseling per genitori

E’ uno spazio rivolto a tutti i genitori che sono interessati a confrontarsi sul loro ruolo educativo, sugli stili genitoriali, e sulle difficoltà quotidianamente incontrate. E’ un luogo privilegiato in cui dedicarsi alla propria dimensione genitoriale fuori dall’azione diretta, in cui prendersi cura e chiamare a raccolta tutta la propria intelligenza emotiva.

Il percorso formativo si propone di:

  • migliorare le competenze emotive, comunicative e relazionali

  • favorire una maggiore integrazione di mente-corpo-emozioni, accrescendo il benessere personale

  • fornire strumenti per prevenire e gestire lo stress psicofisico

  • offrire uno spazio di condivisione e supervisione

I contenuti teorico-pratici proposti sono:

  • alfabetizzazione e consapevolezza emotiva: riconoscimento, espressione e gestione delle emozioni

  • comunicazione efficace ed assertività, comunicazione verbale e non verbale

  • ascolto attivo ed empatia

  • gestione dello stress, tecniche di rilassamento e visualizzazione

  • autorità e autorevolezza nel rapporto genitori-figli

  • i conflitti nelle relazioni interpersonali e loro rielaborazione costruttiva

 

Struttura:

In base alla richiesta e alla necessità si prevede un numero di incontri che può variare da un minimo di 4 ad un massimo di 10. Gli incontri saranno di due ore.

Chi conduce:

Il laboratorio verrà condotto da un Counselor professionista.

Per informazioni scrivere a: carla.floriterapia@gmail.com

Sede degli incontri: Missaglia – Montevecchia –  Milano – Domodossola – Lecco

Cos’è il Counseling?

Il Counseling in Italia oggi è una realtà che si va affermando sempre di più in diversi ambiti. Si tratta di un intervento fondato sul colloquio e sulle tecniche di ascolto, rivolto alla persona in situazione di disagio. Per disagio si intende un problema circoscritto che non necessita di un lavoro di ristrutturazione profondo della personalità. Infatti il counsellor non fa diagnosi e non tratta persone gravemente compromesse nella gestione del quotidiano, ma riguarda l’ambito della crisi momentanea e delle sofferenze connesse al ciclo della trasformazioni della vita.

Il termine counselling deriva dal latino e si può tradurre in consulo-ere che si traduce in <consolare>, <confortare>, <venire in aiuto>, <prendersi cura> oppure si può tradurre in consulto-are che rimanda al significato di richiedere il <parere di un saggio> o il <consiglio di un esperto>.  Carl Rogers è il considerato il padre del counseling psicologico. Egli sosteneva che il modo migliore di aiutare una persona quando si trova in difficoltà non è quello di dirle esplicitamente cosa fare, ma bensì di aiutarla a comprendere da sola la sua situazione a gestire il problema, prendendo da sola e pienamente, le responsabilità delle proprie scelte e decisioni. Il counselor fa leva sulle capacità, qualità e risorse della persona coinvolta nella situazione problematica, sviluppando nuovi processi di esplorazione, comprensione ed apprendimento con lo scopo di stimolare nuove vie d’uscita.

In questo appunto si differenzia appunto il lavoro del counselor rispetto a quello di altri  professionisti o tecnici risolutori di problemi, grazie appunto alla dimensione <artistica> od <olistica> che fa leva sull’apertura di nuove vie di comprensione allo scopo di trovare nuove vie di comprensione alle problematiche affrontate. La relazione che si viene a creare tra counselor e consultante non è un sistema di conoscenze concettuali e speculative che confluiscono in un metodo definito o in un sistema, bensì si tratta di una modalità di intervento che che possiamo mettere in pratica nelle nostre relazioni quotidiane con gli altri. Anche se non ne siamo consapevoli fino in fondo, quando utilizziamo l’empatia, mentre un amico in difficoltà ci racconta i suoi problemi, ci rendiamo conto che già questo nostro atteggiamento ci permette di fornire sostegno e conforto, sebbene non utilizziamo tutte le abilità del counselor.

Le caratteristiche che permettono di identificare la pratica del counseling sono, innanzi tutto, il clima di accoglienza che riusciamo a creare, l’accettazione incondizionata e la comprensione dell’altro, l’ascolto attivo ed il buon uso delle domande.

Le qualità che riteniamo indispensabili per essere un buon counselor, a mio parere, sono: empatia, capacità d’ascolto, capacità di mettersi nei panni dell’altro senza perdersi, professionalità, etica, compassione, onestà, comprensione, umiltà, flessibilità, adattabilità, interesse verso gli altri, capacità di mettersi in gioco, voglia di lavorare su di sé, intuito, capacità di lavorare sulle proprie proiezioni, essere chiari nelle spiegazioni, saper motivare al cambiamento, non giudizio, amorevolezza.

Un bravo counsellor è colui che all’interno di uno stato di comprensione empatica, è in grado di accettare l’altro nella sua globalità, senza giudizio. Senza giudizio, perché si sta guardando il suo mondo con i suoi occhi, si è nei suoi panni, nel suo cuore, si è con lui.

La relazione d’aiuto è una forma di intercomunicazione in cui si crea un ponte tra chi assiste e chi è assistito, che fa sì che queste due personalità diventino un noi; ciò che produce una sensazione di solidità affettiva… L’operatore deve fornire un tipo di relazione priva di ogni pregiudizio e ansia. Su questa base si costruirà l’azione cooperativa per risolvere il problema.

Un ulteriore obiettivo del counseling è favorire nelle persone la capacità di riattivarsi, di recuperare consapevolezza, equilibrio psicofisico, di gestire lo stress e gli stati emotivi in situazioni dove ci si espone fortemente, di implementare le risorse, di potenziare l’autostima.